APPUNTI DI VIAGGIO – Riflessioni dopo l’annuncio della fase 1 e mezzo spiegata agli Italiani dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte il 26 Aprile 2020

APPUNTI DI VIAGGIO – Riflessioni dopo l’annuncio della fase 1 e mezzo spiegata agli Italiani dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte il 26 Aprile 2020

Come sapete da qualche giorno stiamo raccogliendo opinioni, spunti e dichiarazioni da diverse personalità del mondo politico, imprenditoriale e della cultura riguardo quella che potrebbe essere la fase due annunciata in partenza dal 4 maggio prossimo.

Tuttavia dopo la conferenza stampa del Primo Ministro Giuseppe Conte di ieri 26 Aprile e dopo l’intervista realizzata con Emanuele De Biasio, Titolare e Amministratore Delegato della Soc. Eurobevande, distributore per il canale Ho.Re.Ca. regionale di birre e bevande, con circa 3500 clienti in portafoglio, ho ritenuto necessario scrivere queste riflessioni di viaggio.

Il viaggio nei nostri programmi si sarebbe dovuto interrompere proprio il 4 maggio con la stesura di una sorta di manifesto programmatico che racchiudesse le opinioni, gli spunti e le richieste del settore. Un documento da presentare poi a chi ci governa utile a correggere, ove possibile, la rotta della nave varata con la fase due. Oggi credo che il viaggio invece non si interromperà. Sono certo sia più utile continuare a raccogliere le testimonianze degli operatori del turismo e del settore enogastronomico che, da ieri sono caduti in un più profondo sconforto all’annuncio dello slittamento delle aperture dal 18 maggio al 1° giugno. Per loro saranno stati tre mesi interi di inattività, di mancati incassi e di preoccupazioni che ora divengono panico. Il manifesto programmatico di Top si trasformerà così in un videodiario della crisi. Un documento che vogliamo rimanga a memoria di quel che stiamo vivendo e vivremo nel prossimo futuro.

Perchè lo facciamo? Vi invito a leggere di seguito questi semplici dati.

Secondo il censimento FIPE (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) pubblicato immediatamente prima del Lockdown di marzo, in Friuli Venezia Giulia a gennaio erano attive 7248 imprese del settore ristorazione, suddivise in 3479 bar e 3735 ristoranti e 37 soc di catering. Il Friuli Venezia Giulia rappresenta il 2,2% degli esercizi italiani che sono complessivamente 337137.

Si stima, prudenzialmente che i 7248 esercizi regionali diano lavoro a circa 36/40000 persone.

Questi i numeri.

Da sempre il mercato decide chi lavora e in base a questo assunto il turnover delle aperture e chiusure ha sempre decretato che alcuni resistano – i professionisti o meglio gli imprenditori – mentre altri siano destinati alla chiusura – ricordiamoci che un bravo gestore o un bravo cuoco possono essere cattivi imprenditori. Un problema di cui non si occupavano altri che non fossero i fornitori, le banche e l’erario. Nel bosco si sa ogni tanto muore un albero che poi viene sostituito da uno nuovo; è un ricambio naturale.

Se avete la pazienza di ascoltare le interviste che vi stiamo proponendo ne ricaverete la seguente allarmante prospettiva. Dal 1° giugno vedremo la riapertura di circa il 50/60 % degli esercizi che tradotto vuol dire circa 4200 esercizi. Più o meno 1500 bar e 1500 ristoranti invece non riaccenderanno le insegne lasciando a casa circa 14/15000 dipendenti mentre i fornitori dovranno certamente ridurre il personale a causa di un importante calo di fatturato.

Persone che, dopo tre mesi di solitaria frustrazione nel cercare di mettere insieme il pranzo con la cena si troveranno definitivamente emarginati, allo sbando, capaci solo di diventare un problema sociale del quale per il momento nessuno pare se ne preoccupi.

Qualcuno potrebbe sostenere che finalmente l’offerta è stata ridimensionata, c’era troppa concorrenza, chi riaprirà sarà premiato per la dimostrazione di competenza e professionalità ma dobbiamo riflettere sul ricambio naturale del bosco che, invece all’improvviso vedrà scoppiare un incendio tale da distruggerlo quasi per la metà e un bosco bruciato è poco invitante, anche se gli alberi rimasti saranno i più forti e sani e impiegherà anni a tornare verde e rigoglioso.

A questo scenario va aggiunta l’aggravante dell’incendio doloso ma sopratutto, del sapere che i piromani saranno seduti sugli scranni del parlamento a guardare. Nerone al confronto è stato un dilettante!

Nicolò Gambarotto

 

 

 

 

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