Un lungo viaggio alla scoperta di Sabaudia

Un lungo viaggio alla scoperta di Sabaudia

Sabaudia all’ombra della…Maga Circe.

Viaggio alla scoperta di una terra antica e giovane al tempo stesso, fatta di “Bandiere Blu”, di un Parco nazionale con la più estesa foresta di pianura in Italia e una storia fatta di legami ed origini lontane per chi venne a strapparla da paludi e malaria.

di LUCA DALMAZIO – ludalmazio@gmail.com   – Fb:Luca Dalmazio   –  IG: @kalimbadeluca

 

Alba sul promontorio del Circeo visto dal ponte di Sabaudia. Foto: Alessandro Cuomo

 

«E su l’isola Eèa sorgemmo, dove Circe, diva terribile, dal crespo Crine e dal dolce canto, avea soggiorno.» (Odissea, libro X, vv. 135-137).

La leggenda narra che dopo la partenza di Ulisse la Dea Circe, affranta dal dolore, si sia lasciata andare ad un sonno perenne.

E basta guardare la linea del promontorio del Circeo per assistere a quel sonno perenne. Magari stando al centro del ponte che collega Sabaudia al mare e che attraversa il lago di Paola, piegando il collo verso destra per ammirare quel profilo e per comprendere che da quel passo dell’Odissea così concitato e intenso, nulla appare mutato.

La Dea o la Maga come la si identifica da queste parti…è ancora lì, in attesa e con le palpebre delicatamente chiuse.

La storia “passata” attraverso Sabaudia.

Tuttavia, come contraltare alle leggende epiche di Ulisse e della Dea Circe, ai piedi di quel promontorio è passata tanta storia.

Una storia importante, corposa e vissuta.

Una storia dai mille risvolti epocali, come testimoniano anche i recenti ritrovamenti di resti riconducibili all’uomo di Neanderthal di cui, peraltro, erano state rinvenute tracce rilevanti già alcuni decenni addietro.

Quindi fu nientemeno che l’imperatore romano Domiziano a far edificare sulle sponde del lago di Sabaudia, che sarebbe più corretto denominare di Paola, una villa imponente e panoramica.

Nientemeno che a Nerone sembra risalire la costruzione di quel canale romano che costituisce uno dei punti di collegamento tra il lago stesso ed il mare proprio sotto il promontorio; proprio ai piedi della Maga dormiente.

Foto aerea di Sabaudia con selva sullo sfondo

Tuttavia, la storia di Sabaudia è fatta di molteplici particolarità, di meraviglie naturali che la natura ha deciso di regalare a quei luoghi ma anche di umano sudore, di diffusa sofferenza e di mani spaccate dalla fatica e dalla malaria.

Sudore, sofferenza, fatica e morti, quelli dei tanti coloni che durante i primi anni ’30 del secolo scorso furono convinti a slegarsi dalle proprie terre d’origine e trasferirsi presso queste, allora paludose ed infestate di malaria.

La propria forza lavoro, le proprie braccia per bonificare una terra sconosciuta e malvagia con la promessa di campi da coltivare e case da abitare.

Ecco allora che la storia più recente di Sabaudia ci s’intreccia con quella delle migliaia di famiglie partite dal Friuli Venezia Giulia, dal Veneto e dall’Emilia Romagna su tutti trasferitesi nella Pianura Pontina in cerca di fortuna e di nuove speranze che la malaria diffusa minacciava costantemente.

Perché la palude, regno incontrastato della terribile zanzara anofele, qui era ovunque.

L’alba nuova su Sabaudia.

Coloro che hanno visto l’alba nuova su queste terre che dalle porte di Roma si distendevano fino in prossimità di Terracina da nord a sud e verso i Monti Lepini, in direzione dell’entroterra, hanno contribuito a realizzare quella grande opera che è stata la bonifica dell’Agro Pontino.

Quelle genti che hanno fissato qui la loro dimora “incassarono” la promessa di quei terreni da rendere produttivi e propri, pur non dimenticando le proprie origini.

Non è un caso che molte località, molte frazioni della Pianura Pontina riportano i nomi di montagne, di luoghi sui quali si è costruita la memoria di sanguinose battaglie della Prima Guerra Mondiale.

Luoghi che sono eterni vessilli di dolore e sacrificio rispettosamente ricordati proprio in quel Friuli Venezia Giulia e in quel Veneto da cui quei coloni erano partiti.

Vagando per la Pianura Pontina trovi allora Borgo Carso, Borgo Grappa, Borgo Sabotino e Borgo San Michele.

Luoghi legati al ricordo di terre che nonostante il succedersi di generazioni, poche per la verità, sono rimaste nella mente, nel cuore e nella quotidianità ancora attuale.

Basta girare per le campagne intorno a Sabaudia per sentir parlare il veneto o il friulano o il ferrarese come se il tempo, dai giorni della bonifica, non fossero passati.

Come se quel cordone ombelicale con la madre terra fosse ancora saldo a sfidare e contrastare il tempo nonostante il succedersi delle generazioni, appunto.

Una pennellata d’autore sulla tela di quegli anni e di quelle umane e tormentate vicende ce l’ha regalata magistralmente Antonio Pennacchi nel suo celebre romanzo Canale Mussolini, vincitore dello Strega 2010.

Il mare di Sabaudia

 

Una città chiamata Sabaudia in onore dei Savoia.

Discendente di una famiglia di coloni provenienti dal Veneto si è fatto testimone delle vicende che hanno costituito il palcoscenico sul quale si sono mosse la sua come migliaia di altre famiglie.

Uomini, donne, giovani che si catapultarono in un vortice di fango, sudore, fatica e speranze e pur capaci di edificare questa “nuova” città.

Una città chiamata Sabaudia in onore dei Savoia, casa regnante all’epoca, costruita sulle rive del lago e ad un passo dalle trasparenti acque del medio Tirreno.

Un posto splendido, incantato ed incantevole, baciato da quella natura malvagia e infima fino a un attimo prima.

Gli anziani che “c’erano” e che ci sono ancora narrano di quei giorni emozionandosi e regalando narrazioni come fossero sequenze di un film da immaginare soltanto, certo, ma facendolo ad occhi aperti.

Ti narrano, allora, di come dalla quella prima pietra posata ad agosto del 1933 e fino all’inaugurazione della città, avvenuta nell’aprile del 1934, ognuno abbia fatto proprio un pezzo di quel sogno collettivo, di quel futuro dapprima solo concepito con la fantasia e rapidamente materializzatosi alla vista attraverso strade squadrate, tipiche delle  strutture di romana memoria e di marmi bianchi a fasciare la Torre del Comune e del campanile adiacente la Chiesa dell’Annunziata.

Uno dei migliori, se non il migliore esempio di “città di fondazione” di epoca contemporanea edificate in varie zone d’Italia ma in modo particolare nella Pianura Pontina per mussoliniana volontà, Sabaudia conserva ma non nasconde al turista una caleidoscopica moltitudine di bellezze naturalistiche e non solo.

Perché l’uomo ha contribuito a “liberarla” dagli acquitrini paludosi ed infestanti ma poi la natura ci ha messo molto del suo baciandola di bellezza e paesaggi, di storia e spiagge dorate, di mare cristallino e clima carezzevole.

Come non citare la lunga duna costiera che per decine di chilometri tiene separati un tratto di mar Tirreno dalle acque più e più volte destinatarie di Bandiere Blu, dal già citato lago di Sabaudia recente sede dei Campionati Mondiali di canottaggio e da sempre meta prediletta dalle più prestigiose scuole remiere e canoistiche del pianeta che la scelgono per allenarsi durante tutto l’anno.

Le spiagge di Sabaudia

Cosa fare a Sabaudia da “turisti”.

In città il turista può sorseggiare un caffè in uno dei bar del centro e di lì a pochi passi ammirare la suggestiva e futuristica costruzione del Palazzo delle Poste, oggi sede della biblioteca cittadina, ma che un tempo, e per anni, fu sede appunto dell’ufficio postale.

Costituisce luno dei più rappresentativi edifici tra tutte le città Razionaliste.

Il Palazzo è costituito da un unico piano rialzato rispetto da terra e da una attraente scala esterna.

L’edificio è completamente ricoperto di piccolissimi tasselli blu (il colore di Casa Savoia) come a formare un immenso mosaico e ha grandi finestre, da cui la grande sala interna prende luce, incorniciate da un cordolo di marmo rosso di Siena: elementi architettonici che conferiscono all’edificio un forte senso aerodinamico.

Sabaudia, poi, è sede del Parco Nazionale del Circeo istituito nel 1934 e che si estende su un territorio di circa 9.000 ettari.

Il territorio del parco nazionale è caratterizzato dalla più estesa foresta di pianura presente in Italia che è visitabile grazie ai numerosi sentieri percorribili a piedi o in bicicletta. Non è inconsueto imbattersi in famigliole di cinghiali o di daini che qui sono liberi di vivere e viversi il parco.

Eppure il parco nazionale è anche il promontorio del Circeo con il Picco di Circe anch’esso raggiungibile attraverso camminamenti che costituiscono lo scenario ideale per gli amanti del trekking e della fotografia.

Perché una volta arrivati in cima si può godere di una vista a 360° verso il sottostante lungomare con la duna in bella vista a separare mare e lago e verso le isole di Ponza, Palmarola, Ventotene e Zannone.

Quest’ultima è regno incontrastato di molte specie di flora e fauna che godono del privilegio di essere le uniche abitanti dell’isola.

Isola che assume un particolare rilievo trovandosi lungo le rotte migratorie di molti esemplari del mondo avifaunistico.

Tante volte richiamata come set naturale per numerosi film e spot pubblicitari, oltre che “sede di lavoro dei paparazzi estivi” alla ricerca di gossip e di Vip sempre presenti nei mesi estivi, la spiaggia dorata di Sabaudia rappresenta uno dei più forti punti di attrattività per i turisti che da tutta Italia e dall’Estero vengono a trascorrere qui periodi di vacanza.

Il fondale sabbioso e le acque limpide fanno di questo tratto di costa uno dei punti di riferimento della vacanza estiva italiana.

Ogni anno, durante i mesi estivi, numerosi sono gli appuntamenti per rendere ancor più piacevole il soggiorno delle migliaia di turisti che si riversano su questo tratto della costa tirrenica.

E Sabaudia, seguendo quel leitmotiv culturale e letterario, in modo particolare, che la legava e la lega perennemente alle quotidianità e alle vite artistiche di Moravia e di Pasolini, tra gli altri, che qui soggiornavano a lungo, prosegue e persegue questo percorso costante e partecipato di rievocazione e di ritorno ai fasti di quei tempi.

Tempi durante i quali era consuetudine imbattersi in Moravia che frequentava e si godeva il centro cittadino. Lui che costituiva un punto di riferimento per altri illustri personaggi che sono stati e sono capisaldi della letteratura e della cultura italiana.

Estate 2021 a Sabaudia.

L’estate 2021, quella della rinascita dopo i lunghi mesi del Covid, è e sarà caratterizzata da un corposo calendario di eventi.

Tra questi in particolare dal 24 luglio all’8 agosto nella spettacolare cornice naturale presso la direzione del Parco Nazionale del Circeo la rassegna “Il Parco e la Commedia” con la partecipazione, ogni sera di vari artisti di richiamo nazionale quali, tra gli altri, Luca Barbarossa e Claudio Corinaldesi, recente interprete nella serie sul piccolo Alfredino Rampi (ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria presso Proloco Sabaudia – vedere box).

Spettacoli in piazza fanno da corollario al Festival del Cinema Sabaudia Studios. Tuttavia, non mancano ulteriori eventi culturali come “I libri nel Parco” fino al 22 luglio. Molteplici sono le attività sportive praticabili sul lago, in mare e nel contesto del parco nazionale.

Il turista, quindi, può decidere di immergersi tra i “viali” naturali nella selva del parco nazionale e magari scoprire presso il museo di Cocuzza quali sono state le fasi di bonifica e di lotta per strappare queste terre alle paludi.

Paludi che in piccolissima parte sono state conservate, proprio per scopi didattici, e che sono visibili inoltrandosi lungo l’ampio sentiero pianeggiante che dalla località di Capo D’Omo porta a quella di Cerasella, godendo, lungo il percorso, anche del fresco regalato dal bosco.

Tutti gli accessi al parco sono liberi ma tante risultano essere le attività e le escursioni guidate di natura culturale e naturalistica per le quali ci si può rivolgere all’Istituto Pangea (vedere box).

Di particolare interesse il programma “Ospiti del Comune” che da giugno ad agosto prevede laboratori gratuiti per bambini e famiglie in vacanza nella cittadina laziale.

Cosa e vedere e visitare nei dintorni di Sabaudia.

Sabaudia ha vissuto la particolarità della bonifica, come altre città quali Latina, Aprilia e Pomezia, quest’ultima a pochi chilometri da Roma; ma l’intero comprensorio offre spunti di importanza e di suggestione naturalistica e storica di livello mondiale.

Basti pensare ai tanti turisti, spesso artisti e scrittori del nord Europa e dei paesi scandinavi, norvegesi in testa, che ad esempio hanno acquistato casa nel centro storico di Terracina, altra località di rilevanza storica e turistica.

Proprio nel centro storico di Terracina da anni stanno venendo alla luce reperti di epoca romana di primissimo piano.

Tra questi come non citare un intero teatro accanto all’antico tratto della via Appia. Addentrarsi nei vicoli della “città vecchia”, apprezzando scorci accanto a reperti antichi ha rappresentato una calamita per i tanti turisti stranieri che annualmente visitano e spesso ritornano, come detto.

Tra le viuzze chiuse al traffico delle auto si può passeggiare ammirando botteghe e piccoli negozietti caratteristici e unici come l’O di Pharma, ad esempio, dove è possibile acquistare saponi provenienti da tutto il mondo oppure il caffè ai piedi del duomo.

Come non citare i tanti locali che tra le antiche vestigia romane offrono al turista la suggestione di una vista mozzafiato sull’intera pianura.

A pochi chilometri da Terracina, proseguendo verso sud un altro centro che merita una visita è Sperlonga all’estremità opposta del golfo che la separa da Terracina con un dedalo di vie che nella parte alta ricordano le caratteristiche case di isole greche.

Muri bianchi e case arroccate che dipingono una prospettiva d’insieme meravigliosa come fosse una cartolina da spedire agli occhi.

Mentre più verso i Monti Lepini un paese spettacolare e meravigliosamente conservato è Sermoneta uno dei borghi più affascinanti d’Italia.

Appena sotto, una visita merita l’Oasi naturalistica dei Giardini di Ninfa. Un luogo che prevede accessi e visite programmate proprio per non alterare l’habitat dello splendido ambiente presso il quale è possibile trovare svariate specie di piante, arbusti ed alberi.

Tornando verso Sabaudia, a pochissimi chilometri troviamo San Felice Circeo con un centro storico nella parte alta da cui si può godere di uno splendido panorama verso Terracina e ancor più oltre in direzione di Sperlonga.

Qui, nella parte sud del promontorio del Circeo, in alcune grotte affacciate sul mare sono stati rinvenuti i resti dell’Uomo di Neanderthal di cui si diceva.

Un turismo che cambia pelle.

Pertanto, in un momento storico come questo anche il turismo sta cambiando pelle.

Il turismo di massa o i fenomeni di overtourism cui si è assistiti in tante località anche italiane negli ultimi anni stanno lasciando e lasceranno il passo a modalità più ecosostenibili, più a misura d’uomo, più esperienziali e con numeri e modalità differenti.

In tal senso sono già numerosi gli esempi in tal senso.

Ecco, quindi, l’esigenza di creare un ventaglio di iniziative che siano culturali, sportive, di svago, naturalistiche, di ricostruzione e rievocazioni storiche dirette, sempre più decisamente, ai diversi “turisti” e ai diversi ”turismi”.

Sabaudia, sta lavorando per andare in questa direzione, sempre più e sempre meglio. Anno dopo anno; per accogliere, per accompagnare ed accudire il turista durante la sua vacanza.

Si adopera per accudire chi ha deciso di scoprirne o riscoprirne le bellezze di cui la natura l’ha dotata.

Se decidete di cedere alle sue lusinghe fatelo sottovoce perché sullo sfondo c’è pur sempre una Maga addormentata che ama la compagnia purché sia rispettosa del suo riposo!

 

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